Onorevoli Colleghi! - Da circa venti anni la questione dell'uso degli animali negli spettacoli circensi è posta sotto accusa da una crescente sensibilità dei cittadini nei confronti dei diritti degli animali.
      Lo spettacolo circense, infatti, apprezzabile e da sostenere per i suoi contenuti artistici rappresentati da clown, giocolieri, acrobati, trapezisti, illusionisti, viene ormai considerato manifestazione di violenza proprio per la presenza degli animali, costretti per la loro intera esistenza in anguste gabbie da cui possono uscire solamente per compiere esercizi contrari alla loro natura.
      Prove di questo orientamento sono la crescente disaffezione del pubblico, che ha portato importanti circhi addirittura ad annunciare la chiusura; le delibere di numerosi comuni che, pur se spesso non applicate, tendono ad impedire l'attendamento ai circhi che utilizzano animali; la scelta di importanti esponenti dell'arte circense che hanno deciso di non utilizzare più animali negli spettacoli.
      Fra gli stessi bambini, pubblico tradizionale di questi spettacoli, si nota una crescente disaffezione sia per l'aumentata offerta di intrattenimenti alternativi, sia per una sensibilità animalista che viene evidenziata anche da un sondaggio effettuato dal comune di Livorno fra gli studenti della città, per il settantacinque per cento a favore del circo senza animali.
      In Italia, Paese con la maggiore concentrazione europea di imprese circensi, il circo rischia di scomparire: il pubblico si allontana, gli incassi diminuiscono, la popolarità degli spettacoli con animali è in costante declino.

 

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      Occorrono interventi decisi a sostegno dell'arte circense, che non possono prescindere però da un provvedimento urgente per porre fine all'inutile, superfluo, anacronistico utilizzo di animali-schiavi, costretti a prigionia e trattamenti coercitivi per offrire al pubblico uno spettacolo comunque diseducativo, poiché induce soprattutto i più giovani a pensare che ogni violenza sia lecita anche per un puro fine di intrattenimento.
      La Lega anti vivisezione (LAV), principale associazione animalista italiana e rappresentante di «Europe for animal rights», e il World wildlife fund (WWF), maggiore associazione mondiale per la protezione della natura, hanno promosso, nella XIII legislatura, la proposta di legge che sottoponiamo nuovamente alla vostra attenzione, che prevede la dismissione degli animali dei circhi, unitamente a interventi di comunicazione a favore dei nuovi spettacoli senza animali e sostegni economici, in parte già previsti dal Fondo unico per lo spettacolo, finalizzati comunque all'emancipazione dei circhi da un'assistenza statale condizionante quanto inefficace, se costituita dalla semplice elargizione di contributi.
      Sarà necessario arrivare ad un affrancamento dei circhi dalla dipendenza da questi contributi, attivando alcune esperienze di defiscalizzazione, ad esempio per le collaborazioni degli artisti che rimpiazzeranno i numeri in cui vengono impiegati animali. Non intendiamo quindi mettere in pericolo l'occupazione in questo settore, ma, al contrario, creare le condizioni per una maggiore presenza e valorizzazione degli artisti negli spettacoli.
      L'occupazione viene piuttosto messa in discussione dal mantenimento dello status quo, che condurrà inevitabilmente alla chiusura, già in parte preannunciata, di importanti complessi circensi e all'aggravamento delle accuse di maltrattamento degli animali mosse da aree sempre più vaste dell'opinione pubblica.
      Non entrando nel merito delle modalità di addestramento degli animali, su cui esistono comunque interessanti e gravi testimonianze, il maltrattamento esiste palesemente dal momento in cui la vita degli animali viene confinata in anguste gabbie, condizione «incompatibile con la loro natura», e vengono costretti ad eseguire esercizi che nulla hanno a che vedere con le «loro caratteristiche etologiche», situazione palesemente in contrasto con quanto stabilito dall'articolo 544-ter del codice penale (maltrattamento di animali).
      Addirittura l'Ente nazionale per la protezione degli animali, che aveva sottoscritto un accordo con l'Ente nazionale circhi per il buon mantenimento degli animali nei circhi, ha deciso di annullare tale accordo perché comunque insufficiente, come qualsiasi altra misura che intervenga solo a rendere meno palesemente crudele la condizione di chi è imprigionato e maltrattato senza ragione, o per divertimento e lucro.
      Di qui la necessità di riconoscere agli animali detenuti nei circhi un destino diverso in modo da evitare che nuovi animali vengano acquistati, alimentando un commercio che, arricchendo pochi, contribuisce all'impoverimento biologico dell'intero pianeta.
      Se riusciremo a salvare gli animali dai circhi, avremo molte più possibilità di salvare i circhi con la loro arte, che non dovrà più confondersi con alcuna forma di violenza.
 

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